Venerdì 02 Giugno 2006

Da Il Sole 24 Ore

Ici, in fase di riordino i classamenti
Agenzia del Territorio sempre più impegnata nel riordino immobiliare e nella lotta all’evasione. Negli ultimi tre anni sono stati varati numerosi provvedimenti: da ultimo, pochi giorni fa, la revisione delle tariffe d’estimo di ben 904 Comuni. E il più delle volte si tratta di misure destinate ad avere ripercussioni sulle imposte (in particolare l’Ici) dovute dai proprietari che si troveranno a pagare di più, oltre che per l’integrazione delle tariffe, anche nel caso di revisione dei classamento, di classamento di immobili commerciali inseriti nelle grandi strutture e di nuovi classamento di immobili ristrutturati. Con la circolare 4/2006 l’Agenzia ha chiarito i criteri per l’assegnazione delle categorie alla unità del gruppo speciale (D), particolare (E) e ordinario (B), per particolari tipologie di immobili. Si tratta, fra l’altro, di ipermercati con servizi di ristoro, outlet composti da negozi autonomi, porti turistici, stazioni di rifornimento con annesse officine. La circolare dispone che gli edifici con requisiti di ruralità siano accatastati in categoria A (4-3-7) se abitativi, con le pertinenze in C/2, C/3, C/7, mentre i fabbricati non abitativi e gli agriturismi dovranno essere censiti nella categoria D/10.
Franco Guazzone, Il Catasto innalza l’Ici in quattro mosse, in Il Sole 24 Ore, 2/06/2006, pag. 19

Categoria ufficio, integrate le tariffe
Con l’integrazione delle tariffe d’estimo, ci sarà un sensibile incremento del carico fiscale nel passaggio da abitazione a ufficio. In 904 Comuni, l’Agenzia del territorio ha provveduto (con provvedimento del 12 maggio 2006) all’integrazione del quadro delle categorie e delle classi catastali avendo accertato l’esistenza di unità immobiliari con una destinazione finora sconosciuta al Catasto oppure con caratteristiche influenti sul loro reddito notevolmente difformi da quelle proprie delle categorie e classi prestabilite per il Comune medesimo. Molti degli interventi dell’Agenzia riguardano l’introduzione, in Comuni che non ce l’avevano, della categoria A/10, e cioè quella degli uffici: in questi Comuni, evidentemente, venivano utilizzate come uffici unità immobiliari censite in altra categoria catastale; ora, invece, queste unità immobiliari saranno coerenti sotto il profilo della corrispondenza tra la classificazione catastale e il loro effettivo utilizzo. La trasformazione in oggetto provocherà un sensibile aumento dell’imponibile Irpef, di quello Ici e delle imposte di trasferimento.
Angelo Busani, Modifiche salate alla categoria ufficio, in Il Sole 24 Ore, 2/06/2006, pag. 19

Antiriciclaggio, i professionisti protestano
Coinvolgere i professionisti nella lotta antiriciclaggio al pari degli intermediari finanziari, senza tener conto delle specificità, è una scelta priva di proporzionalità ed efficacia. Dunque, i Consigli nazionali dei dottori commercialisti, con documento comune, sollecitano un drastico cambio di rotta, per limitare  l’impatto della disciplina. Dottori e ragionieri chiedono, infatti, che il raggio d’azione della disciplina ia limitato, alle attività che comportano l’intervento o la partecipazione dei professionisti in operazioni costituite solo da transazioni di denaro o titoli equipollenti. Occorre poi prevedere modalità semplificate per gli adempimenti, compatibili con la struttura degli studi. Così com’è oggi, invece, l’antiriciclaggio rischia di costringere i professionisti a una innaturale posizione di asservimento alle autorità e di delazione nei confronti dei clienti, sintetizzano dottori e ragionieri.
Gianni Allegretti, Per l’antiriciclaggio protestano i contabili, in Il Sole 24 Ore, 2/06/2006, pag. 21

 

Da Italia Oggi

Irap, senza ravvedimento gettito garantito
Il blocco dei versamenti Irap fa il bis: precluso il ravvedimento nonché l’eventuale sconto sulle sanzioni dovute in relazione ai pagamenti afferenti l’acconto e il saldo per il periodo d’imposta 2006. E’ questo il contenuto del provvedimento approvato ieri dal consiglio dei ministri su proposta del ministro dell’economia Tommaso Padoa-Schioppa, decreto che, in pratica, è norma-fotocopia rispetto al decreto legge n. 106 del 2005 poi convertito in legge n. 106 del 2005 poi convertito in legge n. 156 e che, di fatto, tende a salvaguardare il gettito legato all’imposta regionale anche in attesa delle conclusioni definitive che saranno raggiunte a livello di giurisprudenza comunitaria. Va rilevato come la preclusione ai fini del ravvedimento operoso riguarda tutte le fattispecie previste dalla legge. Conseguentemente, anche il contribuente che con pochissimo ritardo provvederà al versamento integrale dell’Irap a saldo e in acconto per il 2006, ricade nella impossibilità di accesso al ravvedimento operoso ed è dunque posto sullo stesso piano, in termini di sanzione applicabile, del contribuente che non ha effettuato il versamento di quanto dovuto.
Duilio Liburdi, L’Irap senza ravvedimento né sconti, in Italia oggi, 2/06/2006, pag. 27

Iva, due terzi arrivano dall’1% delle imprese
Due terzi del volume d’affari complessivo realizzato dalle imprese e dai lavoratori autonomi nel 2002 è stato conseguito da coloro che fatturavano oltre 10 miliardi di vecchie lire all’anno, pari solo all’1% del totale. Quanto alle microimprese, estrometterle dal mondo dell’Iva sarebbe un buon affare per l’erario, dato che i soggetti con volume d’affari fino a 2.580 euro presentano in rosso sia il valore aggiunto fiscale sa il valore aggiunto imponibile, sia l’Iva di competenza. Sono alcuni dati che emergono dall’analisi statistica delle dichiarazioni Iva presentate nel 2003 per l’anno d’imposta 2002, realizzata dall’ufficio studi del dipartimento delle politiche fiscali del ministero dell’economia. Gli spunti offerti dall’analisi conservano probabilmente un interesse attuale, dato che la situazione sia sotto il profilo economico sia sotto quello normativo, non si è modificata in modo sensibile.
Sandro Zuliani, L’Iva è una cosa da grandi, in Italia oggi, 2/06/2006, pag. 30

Non bastano gli indizi per la violazione
L’avvenuta simulazione di un contratto di compravendita immobiliare (stipulato solo per non versare provvisoriamente l’Iva) deve essere provata. Sono le motivazione che si ricavano dalla sentenza 4/12/06 depositata in segreteria il 1° marzo 2006 emessa dalla sezione dodicesima della Ctr del Lazio. I giudici regionali, ribaltando sul punto la decisione di primo grado che aveva rigettato il ricorso, hanno definitivamente annullato la rettifica fiscale relativa agli anni 1994 e 1995. Con un processo verbale di constatazione la guardia di finanza aveva contestato delle irregolarità a carico della società verificata. Le violazioni erano basate su un presunto sistema di compravendite immobiliari simulate nell’ambito delle stesso gruppo societario; nei contratti preliminare stipulati, erano state apposte delle clausole risolutive che consentivano una successiva rescissione della compravendita.
Benito Fuoco, Simulazione provata, in Italia oggi, 2/06/2006, pag. 31