Da Il Sole 24 Ore
Ici, in fase di riordino i classamenti
Agenzia del Territorio sempre più impegnata nel riordino
immobiliare e nella lotta all’evasione. Negli ultimi tre anni
sono stati varati numerosi provvedimenti: da ultimo, pochi
giorni fa, la revisione delle tariffe d’estimo di ben 904
Comuni. E il più delle volte si tratta di misure destinate ad
avere ripercussioni sulle imposte (in particolare l’Ici) dovute
dai proprietari che si troveranno a pagare di più, oltre che per
l’integrazione delle tariffe, anche nel caso di revisione dei
classamento, di classamento di immobili commerciali inseriti
nelle grandi strutture e di nuovi classamento di immobili
ristrutturati. Con la circolare 4/2006 l’Agenzia ha chiarito i
criteri per l’assegnazione delle categorie alla unità del gruppo
speciale (D), particolare (E) e ordinario (B), per particolari
tipologie di immobili. Si tratta, fra l’altro, di ipermercati
con servizi di ristoro, outlet composti da negozi autonomi,
porti turistici, stazioni di rifornimento con annesse officine.
La circolare dispone che gli edifici con requisiti di ruralità
siano accatastati in categoria A (4-3-7) se abitativi, con le
pertinenze in C/2, C/3, C/7, mentre i fabbricati non abitativi e
gli agriturismi dovranno essere censiti nella categoria D/10.
Franco Guazzone, Il Catasto innalza l’Ici in quattro mosse,
in Il Sole 24 Ore, 2/06/2006, pag. 19
Categoria ufficio, integrate le tariffe
Con l’integrazione delle tariffe d’estimo, ci sarà un
sensibile incremento del carico fiscale nel passaggio da
abitazione a ufficio. In 904 Comuni, l’Agenzia del territorio ha
provveduto (con provvedimento del 12 maggio 2006)
all’integrazione del quadro delle categorie e delle classi
catastali avendo accertato l’esistenza di unità immobiliari con
una destinazione finora sconosciuta al Catasto oppure con
caratteristiche influenti sul loro reddito notevolmente difformi
da quelle proprie delle categorie e classi prestabilite per il
Comune medesimo. Molti degli interventi dell’Agenzia riguardano
l’introduzione, in Comuni che non ce l’avevano, della categoria
A/10, e cioè quella degli uffici: in questi Comuni,
evidentemente, venivano utilizzate come uffici unità immobiliari
censite in altra categoria catastale; ora, invece, queste unità
immobiliari saranno coerenti sotto il profilo della
corrispondenza tra la classificazione catastale e il loro
effettivo utilizzo. La trasformazione in oggetto provocherà un
sensibile aumento dell’imponibile Irpef, di quello Ici e delle
imposte di trasferimento.
Angelo Busani, Modifiche salate alla categoria ufficio,
in Il Sole 24 Ore, 2/06/2006, pag. 19
Antiriciclaggio, i professionisti
protestano
Coinvolgere i professionisti nella lotta antiriciclaggio al
pari degli intermediari finanziari, senza tener conto delle
specificità, è una scelta priva di proporzionalità ed efficacia.
Dunque, i Consigli nazionali dei dottori commercialisti, con
documento comune, sollecitano un drastico cambio di rotta, per
limitare l’impatto della disciplina. Dottori e ragionieri
chiedono, infatti, che il raggio d’azione della disciplina ia
limitato, alle attività che comportano l’intervento o la
partecipazione dei professionisti in operazioni costituite solo
da transazioni di denaro o titoli equipollenti. Occorre poi
prevedere modalità semplificate per gli adempimenti, compatibili
con la struttura degli studi. Così com’è oggi, invece,
l’antiriciclaggio rischia di costringere i professionisti a una
innaturale posizione di asservimento alle autorità e di
delazione nei confronti dei clienti, sintetizzano dottori e
ragionieri.
Gianni Allegretti, Per l’antiriciclaggio protestano i
contabili, in Il Sole 24 Ore, 2/06/2006, pag. 21
Da Italia Oggi
Irap, senza ravvedimento gettito garantito
Il blocco dei versamenti Irap fa il bis: precluso il
ravvedimento nonché l’eventuale sconto sulle sanzioni dovute in
relazione ai pagamenti afferenti l’acconto e il saldo per il
periodo d’imposta 2006. E’ questo il contenuto del provvedimento
approvato ieri dal consiglio dei ministri su proposta del
ministro dell’economia Tommaso Padoa-Schioppa, decreto che, in
pratica, è norma-fotocopia rispetto al decreto legge n. 106 del
2005 poi convertito in legge n. 106 del 2005 poi convertito in
legge n. 156 e che, di fatto, tende a salvaguardare il gettito
legato all’imposta regionale anche in attesa delle conclusioni
definitive che saranno raggiunte a livello di giurisprudenza
comunitaria. Va rilevato come la preclusione ai fini del
ravvedimento operoso riguarda tutte le fattispecie previste
dalla legge. Conseguentemente, anche il contribuente che con
pochissimo ritardo provvederà al versamento integrale dell’Irap
a saldo e in acconto per il 2006, ricade nella impossibilità di
accesso al ravvedimento operoso ed è dunque posto sullo stesso
piano, in termini di sanzione applicabile, del contribuente che
non ha effettuato il versamento di quanto dovuto.
Duilio Liburdi, L’Irap senza ravvedimento né sconti, in
Italia oggi, 2/06/2006, pag. 27
Iva, due terzi arrivano dall’1% delle
imprese
Due terzi del volume d’affari complessivo realizzato dalle
imprese e dai lavoratori autonomi nel 2002 è stato conseguito da
coloro che fatturavano oltre 10 miliardi di vecchie lire
all’anno, pari solo all’1% del totale. Quanto alle microimprese,
estrometterle dal mondo dell’Iva sarebbe un buon affare per
l’erario, dato che i soggetti con volume d’affari fino a 2.580
euro presentano in rosso sia il valore aggiunto fiscale sa il
valore aggiunto imponibile, sia l’Iva di competenza. Sono alcuni
dati che emergono dall’analisi statistica delle dichiarazioni
Iva presentate nel 2003 per l’anno d’imposta 2002, realizzata
dall’ufficio studi del dipartimento delle politiche fiscali del
ministero dell’economia. Gli spunti offerti dall’analisi
conservano probabilmente un interesse attuale, dato che la
situazione sia sotto il profilo economico sia sotto quello
normativo, non si è modificata in modo sensibile.
Sandro Zuliani, L’Iva è una cosa da grandi, in Italia
oggi, 2/06/2006, pag. 30
Non bastano gli indizi per la violazione
L’avvenuta simulazione di un contratto di compravendita
immobiliare (stipulato solo per non versare provvisoriamente
l’Iva) deve essere provata. Sono le motivazione che si ricavano
dalla sentenza 4/12/06 depositata in segreteria il 1° marzo 2006
emessa dalla sezione dodicesima della Ctr del Lazio. I giudici
regionali, ribaltando sul punto la decisione di primo grado che
aveva rigettato il ricorso, hanno definitivamente annullato la
rettifica fiscale relativa agli anni 1994 e 1995. Con un
processo verbale di constatazione la guardia di finanza aveva
contestato delle irregolarità a carico della società verificata.
Le violazioni erano basate su un presunto sistema di
compravendite immobiliari simulate nell’ambito delle stesso
gruppo societario; nei contratti preliminare stipulati, erano
state apposte delle clausole risolutive che consentivano una
successiva rescissione della compravendita.
Benito Fuoco, Simulazione provata, in Italia oggi,
2/06/2006, pag. 31